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Portoscuso 20 dicembre 05
8° Congresso CdLT Sulcis Iglesiente


Intervento Marco Deriu

Cari compagne e cari compagni,
buon giorno a tutti
non nascondo la mia grande emozione e difficoltà ad intervenire al 19 congresso della CGIL territoriale e il primo provinciale,che rappresenta e vuole rappresentare un momento fondamentale dell’attività della CGIL del nostro territorio, e non ruberò molto tempo in questo mio intervento.

Ho ascoltato con molta attenzione la relazione del Segretario Generale e la condivido pienamente,
Per questo motivo mi limiterò ad esprimere alcune considerazioni su alcuni problemi che ritengo importanti.
Arriviamo a questo appuntamento dopo aver svolto le assemblee di base,e i congressi territoriali caratterizzati da un dibattito vero che ha saputo mettere al centro della discussione le problematiche non solo delle categorie, com’era giusto che fosse, ma anche quelle più generali del territorio e del Paese.
Temi come il LO SVILUPPO, il LAVORO, la POVERTA’, la DEMOCRAZIA, hanno giustamente avuto adeguata attenzione nel dibattito e nelle analisi tra i lavoratori in ogni luogo di lavoro e nel congresso della FIOM cosi come penso anche nei congressi delle altre categorie .
Arriviamo a questo congresso certamente provati dalla grave crisi che continua a devastare gran parte della nostre realtà, cercando però insieme di trovare le soluzioni più opportune, in un momento in cui le destre al governo, con le loro promesse, con i loro inganni e con le loro illusioni, hanno determinato drammatici scenari economici e sociali che angosciano milioni di lavoratori e di pensionati, con la strategia di smantellare il complessivo sistema delle protezioni sociali, l’attacco alle pensioni,la privatizzazione della sanità e della scuola,la riduzione delle tutele legislative, cercando la frantumazione e la marginalizzazione del potere di rappresentanza del sindacati.
L’indebolimento dei soggetti negoziali, costituiscono le direttrici di questa alleanza del centro destra.Le battaglie avviate con coraggio in questi anni dalla CGIL nel paese,unico baluardo contro queste politiche della destra hanno consentito straordinarie risposte di lotta nei luoghi di lavoro e nella società riaprendo grandi e non formali occasioni di dibattito,di orientamento e di mobilitazione.
Quindi, le battaglie, nel nostro territorio, che risente in maniera pesante di una situazione di disoccupazione fra le più pesanti a livello regionale.
Nonostante il nostro impegno e la nostra mobilitazione, continuiamo a registrare una crisi economica dilagante, con la chiusura di troppe aziende, che ci fanno vivere perennemente nella precarietà sotto l’incubo della cassa integrazione, della mobilità e dei licenziamenti.
Si diffonde anche nel nostro territorio l’odioso fenomeno del lavoro nero, dello sfruttamento della manodopera, della complice disperazione dei lavoratori che giovani o ultra quarantenni, pur di lavorare, spesso si rendono protagonisti coscienti nel subire le condizioni più impensabili.
L’emergere di norme legislative sempre più improntate alla precarietà, flessibilità eccessiva e incontrollata, impedisce e non facilita nei fatti l’esercizio del nostro impegno sindacale, mettendo a nudo l’assenza di una adeguata strumentazione tecnico, giuridica e contrattuale.
Da noi i lavoratori vengono quando ormai l’unica soluzione e il ricorso legale.
Ecco perché la CGIL deve mantenere la propria identità e visibilità di rappresentanza generale, perché la difesa dei nostri posti di lavoro, e il diritto ad una esistenza migliore, rimangono per noi un patrimonio da difendere per il bene del territorio.
Per questo le nostre battaglie sono le battaglie di tutta la nostra Comunità, che, sta portando avanti per tentare di invertire una situazione che rischia di travolgere non solo il sindacato ma l’intera popolazione.
Davanti alla gravità dei problemi economici e sociali, e alla vastità del fenomeno delle povertà che avanzano, credo che sia giunto il momento di riprendere insieme alle categorie e alla Camera del Lavoro la battaglia per il lavoro.
Dentro questa battaglia, un ruolo rilevante lo assume il tema dell’energia.
La vertenza per la costruzione della nuova centrale elettrica, valorizzando la risorsa carbone-Sulcis, che coinvolga le aziende cosi dette energivore, deve conseguire finalmente la realizzazione degli impegni solennemente sottoscritti a Roma presso il Governo, costringendo queste imprese, che giustamente pretendono legittimamente costi energetici meno onerosi, a rispettare i piani industriali e gli investimenti annunciati.
E su questa vertenza, così come per altre, in primo luogo gli appalti, non possiamo non ricordare a me stesso e a tutti voi, quanto generosamente hanno contribuito i lavoratori degli appalti, attraverso una presenza continua, militante e determinata, pur sapendo che il punto di caduta della vertenza avrebbe comunque determinato gravi sacrifici per i lavoratori e per il sindacato.
Nonostante le nostre battaglie, la fermata definitiva di alcune aziende e di alcuni impianti, come l’Imperial Smelting, hanno messo in luce l’arroganza e la mala fede delle nostre controparti.
Sul tema energetico, spesso abbiamo assistito alla commedia della riduzione generalizzata dei costi anche con mezzi e argomenti pretestuosi e fuorvianti.
Per troppo tempo, le aziende hanno scaricato sui lavoratori le loro incapacità tecniche organizzative, speculando sulle emergenze e sulla complice copertura delle aziende committenti.
Il loro unico obiettivo era la riduzione degli occupati e scaricare il costo della ristrutturazione sulla collettività, ovvero sull’INPS.
Questo difficile quadro negoziale, ci impone a tutti noi di assumerci la responsabilità di difendere gli interessi dei lavoratori e dei più deboli.
Tutto ciò richiede a tutto il sindacato di continuare l’ iniziativa di proposta e di mobilitazione, per creare nuove opportunità di sviluppo e di reimpiego per i nostri lavoratori espulsi e per questo crescente esercito di giovani e meno giovani disoccupati.
Cari compagne e cari compagni, mi avvio a concludere questo mio intervento, ci attendono prove difficili, questo ci viene imposto dalla fase storica che attraversiamo, nel nostro territorio, e del paese, ma sono sicuro che da questo congresso, dall’intreccio della nostra discussione congressuale e le lotte dei lavoratori lavoratrici si può aprire una nuova fase, quella che rimette al centro di tutte le scelte la valorizzazione del lavoro, il lavoro come una costruzione di una soggettività democratica.
Il congressi servono anche a sviluppare una riflessione sul nostro operato, insieme dobbiamo valutare quanto siamo riusciti a fare, senza nascondere le difficoltà incontrate e anche i nostri limiti, che pure ci sono stati e che non ci hanno comunque impedito di lavorare con dedizione e impegno assoluti.

Da questo Congresso, ne sono sicuro, uscirà una CGIL ancora più rafforzata e determinata.

Vi ringrazio per l’attenzione ed auguro a tutti buon lavoro