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Mauro Pascai  FILCEM

Intervento Congresso CdLT Sulcis Iglesiente 2006   

Credo che in questo territorio parlare di energia, nello specifico parlare di produzione di energia elettrica e di aziende utilizzatrici cosidette energivore è ormai da anni diventato patrimonio  comune del nostro mondo del lavoro industriale.

Per reagire al declino industriale e per il rilancio del nostro territorio

Parte proprio dalla Vertenza Energia…. Siamo, forse, all’ultima spiaggia …

per la parte che ci compete non possiamo più permetterci di sbagliare.

Urge una presa di responsabilità netta, coraggiosa, meno egoistica.

Dobbiamo riprendere il cammino lasciatoci in eredità dai nostri predecessori, mi riferisco a chi negli anni cinquanta e sessanta ha lottato per costruirci attuale mondo del lavoro, fatto di valori come la libertà, il diritti e le tutele.

La nostra generazione, e quelle successive a noi, a mala pena ha pensato, prima,  alla sopravvivenza  mantenendo il posto di lavoro, ora , cercando la prima scappatoia possibile per andare in pensione vedi mobilità, amianto, prepensionamenti ecc. ecc.

Vogliamo che la storia si ricordi di noi come coloro i quali hanno messo la parola fine all’attività estrattiva dei minerali non ferrosi? e a chi pure, paradossalmente, non è stato capace, dopo quasi trent’anni,  con mille occupati e tanti investimenti, di non far entrare in produzione la miniera di carbone? Vogliamo, ancora,essere ricordati come le ultime generazioni di occupati nella grande industria?

 CREDO PROPRIO Di NO!

La storia ci deve ricordare perché, con la nostra azione, abbiamo un contributo alle prospettive  di lavoro per le generazioni future.

 Dobbiamo spenderci con forza mettendo in campo la nostra intelligenza per tentare di costruire  nuovo sviluppo e occupazione.

Vertenza Energia

In passato, prima della Dichiarazione di Zona ad Alto Rischio Ambientale, erano in produzione  3 gruppi da 240 MW termoelettrici alimentati a Carbone e  4 gruppi termoelettrici,  2 da 160 MW e 2 gruppi da 32 Mw, ad olio combustibile

per un totale di 1104 MW.

Gli interventi di adeguamento ambientale hanno interessato: il gruppo 3 da 260 MW  con desolforatore ( per l’abbattimento dello SO2)  e denifricatore (per la captazione dell’Nox.) 

La centrale Sulcis da qualche anno ha avuto la certificazione di qualità EMAS    

Successivamente c’è stato l’accordo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha previsto la demolizione  di due gruppi obsoleti a carbone da 240 MW e 2 gruppi a O.C.da 32 MW  e la ricostruzione di altri 2 gruppi di potenza equivalente con le nuove tecnologie ad alto rendimento termico e a minime emissioni di inquinanti.

Dopo un lungo periodo di lotte che ha visto in prima fila i lavoratori elettrici insieme ai lavoratori degli appalti, è stato realizzato la ricostruzione di un primo gruppo da 340 MW  con tecnologia a Letto Fluido  Circolante e anche se con un anno di ritardo, rispetto ai tempi previsti, il  suo collaudo sta procedendo secondo la tabella prevista.

    Allo stato  attuale nel polo energetico del Sulcis in Portovesme la potenza  di produzione  di energia elettrica installata  e di 580 MW termoelettrico da Carbone e di 320 Mw termoelettrico da Olio Combustibile.

Considerando che i 320 MW prodotti dalla Centrale Portoscuso sono, con l’ingresso della cosidetta riserva fredda, alla fine della loro gloriosa storia,

c’è un deficit, rispetto al passato, di potenza installata pari a 520 Mw che il territorio rivendica come un patto da rispettare.

Teniamo sempre in  mente che lo sviluppo nel nostro territorio passa attraverso la presenza della grande industria e solo se si riesce coniugarla con l’ambiente, salvaguardando la salute pubblica, dei lavoratori e dalle lavaratrici saprà essere credibile nei confronti delle popolazioni.

Il primo obiettivo, che è la grande base di partenza, è riuscire a costruire un gruppo di produzione di energia elettrica alimentata da Carbone Sulcis di  basso impatto ambientale con una potenza  adeguata tale da far fronte:

 all’utilizzo del carbone estratto dalla miniera,

 ai consumi delle attuali aziende metallurgiche di Portovesme e

ad una quota a parte di potenza da mettere a disposizione per nuove iniziative ad alto tasso di occupazione ed a minimo impatto ambientale.

In questa sintesi ci può essere  la svolta.

 Con i rappresentanti sindacali di: Carbosulcis, Portovesme srl, Alcoa, Eurallumina, Ila; avevamo avanzato, dopo il fallito tentativo dell’ATI Sulcis, una proposta di progetto che vedeva tutte le aziende presenti unite, in consorzio, per realizzare un gruppo di produzione di energia elettrica alimentata da carbone sulcis tale da produrre a prezzo di costo ca. € 0,25 al kw/h (stesso prezzo praticato oggi alle aziende di alluminio primario).

 Avevamo anche provato ad ipotizzare che la quota partecipazione di ogni azienda potesse avvenire in funzione del proprio fabbisogno energetico.  

 Sommando la potenza richiesta da ciascuna azienda si giungeva a circa 300-320 MW

Ipotizzando il costo di costruzione di un gruppo termoelettrico da 360-450 MW nel 1999 era di circa 600 Miliardi delle vecchie lire. La ripartizione dei costi era abbastanza semplice.

La potenza in eccesso poteva essere messa a disposizione per nuovi soci che avessero impiantato nuove iniziative industriali a alto tasso di occupazione.

Alla Carbosulcis avrebbe garantito la produzione di 1 milione di tonnellate di carbone lavato.

Le vertenza sulla riduzione delle tariffe energetiche della Portovesme srl , prima e il mantenimento della stessa da parte di Alcoa ci convince che la strada  della nostra proposta e quella giusta.

In quest’ultimo periodo è accaduto un fatto nuovo, molto positivo che sorprende per la tempestività:

il bando della gara internazionale per la privatizzazione della miniera che passa per la seconda volta come l’ultima occasione vitale. La gara sembra proprio fatta su misura sulla nostra proposta con una notevole differenza però, anziché spendere denari nell’investimento a fondo perduto, con il rinverdito CIP/6 del’92  l’investimento realizzato verranno nel primi 9 anni di produzione restituiti con rendimenti da bussines. 

  Aggiungo, però, che per la buona riuscita del progetto occorrerebbe un partner che sappia, per professione, produrre energia elettrica, questa sarebbe una garanzia indispensabile.

  Ci sono tutte le condizioni oggettive  affinchè tutti i soggetti in campo facciano fino in fondo la loro

parte aziende, istituzioni e partiti politici e per ciò che ci riguarda  come sindacato  avere una posizione chiara e condivisa , la campana suona l’ultimo giro per  il traguardo….. bisogna vincere.